LO SCUDETTO DEL 2009 – MARTINA PICOTTI

L'INTERVISTA ALLE GIOCATRICI: MARTINA PICOTTI

di Alistair Castagnoli, basketball coach, dottore in Scienze Motorie

ALISTAIR CASTAGNOLI: Martina, intervistarti è strano per me perché tu sei una persona di poche parole e di molti fatti.
Una persona che in campo ha sempre avuto la capacità di prendere le decisioni migliori per il successo della squadra senza perdersi in chiacchiere. Prima di tutto ti voglio chiedere: tu hai inseguito lo Scudetto da quando avevi 14 anni. E lo hai conquistato a 19. Sono stati cinque anni di sacrifici?

MARTINA PICOTTI: Inseguire lo Scudetto penso sia il sogno di ogni ragazzina e ragazzino, ma penso sia stato anche il motore che mi ha permesso di cercare di migliorarmi allenamento dopo allenamento, di sacrificare molte volte la vita quotidiana di un'adolescente per dare priorità al basket.

ALISTAIR CASTAGNOLI: Ci sono stati dei momenti difficili?

MARTINA PICOTTI: In quei 5 anni ci siamo sempre arrivate vicino, ma quell'anno forse abbiamo preso consapevolezza che fosse l'ultima occasione. Giocavamo in casa, davanti ai nostri genitori e amici, non potevamo sbagliare e così è stato.

ALISTAIR CASTAGNOLI: E' stato doloroso attendere così tanto?

MARTINA PICOTTI: Non è stato doloroso. E' stato un percorso di crescita individuale e di gruppo, avevamo un'identità solida, sapevamo di poterci fidare l'una dell'altra e non avevamo paura. Questo ci ha permesso di raggiungere il traguardo.

ALISTAIR CASTAGNOLI: La gioia di farcela ti ripaga?

MARTINA PICOTTI: Vincere uno scudetto ti ripaga di tutto il lavoro che fai. E' il riconoscimento più grande che ti possa arrivare e resterà uno dei ricordi più belli.


Martina Picotti a sinistra, Marta Franco a destra

ALISTAIR CASTAGNOLI: Oltre che lo scudetto in quelle finali nazionali tu sei stata votata nel miglior quintetto e hai vinto il premio come miglior realizzatrice (a pari merito con Irene Cigliani della SGT, ndr.). C'è differenza tra un traguardo individuale e uno di squadra?

MARTINA PICOTTI: Penso che la crescita individuale e quella di squadra vadano di pari passo. Se lavori per migliorare individualmente automaticamente aumenti la qualità della squadra. Lo Scudetto credo che probabilmente sia stato l'apice di un traguardo di squadra, non c'era altro modo per vincerlo. Sicuramente sia vincere lo scudetto che ricevere dei premi individuali è stato un grande riconoscimento per me.

ALISTAIR CASTAGNOLI: I ricordi più belli che hai di quelle finali?

MARTINA PICOTTI: Il gruppo! Eravamo unite, ci divertivamo fuori dal campo e in campo. In squadra con me c'erano ragazze che conoscevo da anni, con le quali ero cresciuta e avevo condiviso tutto.

ALISTAIR CASTAGNOLI: E dopo lo Scudetto hai avuto un'ottima carriera, giocando in Serie A e conquistando 3 promozioni, l'ultima proprio dalla Serie A2 alla Serie A1.

MARTINA PICOTTI: Sì, ho giocato a Udine (Serie A2, 1 anno, ndr.), Biella (Serie B, promozione in A2, ndr.), Crema (Serie B, promozione in A2, ndr.), Crema (serie A2 per 2 anni, ndr.), Milano Sanga (serie A2, 1 anno, ndr.), Crema (Serie A2, 1 anno, ndr.), Milano Sanga (Serie A2, 1 anno, ndr.), Costamasnaga (Serie A2, 1 anno, promozione in A1, ndr.).

ALISTAIR CASTAGNOLI: Quello scudetto ti ha cambiato come giocatrice? E come persona?

MARTINA PICOTTI: Lo scudetto in sé non mi ha cambiata, ma il percorso per raggiungerlo mi ha fatto crescere. Vincerlo è stata la soddisfazione di anni di duro lavoro ed è stata la prova che se lavori e ci metti impegno puoi raggiungere qualsiasi obiettivo.

Lo Speciale per il decennale dello Scudetto 2009 continua!
Parte 3: le giocatrici, già pubblicato!

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