L'INTERVISTA
ALLE GIOCATRICI: MARTINA PICOTTI
di Alistair Castagnoli, basketball coach, dottore in Scienze Motorie
ALISTAIR CASTAGNOLI: Martina, intervistarti è strano per me perché tu sei una persona di poche parole e di molti fatti.
Una persona che in campo ha sempre avuto la capacità di prendere le decisioni migliori per il successo della squadra senza perdersi in chiacchiere. Prima di tutto ti voglio chiedere: tu hai inseguito lo Scudetto da quando avevi 14 anni. E lo hai conquistato a 19. Sono stati cinque anni di sacrifici?
ALISTAIR CASTAGNOLI: Martina, intervistarti è strano per me perché tu sei una persona di poche parole e di molti fatti.
Una persona che in campo ha sempre avuto la capacità di prendere le decisioni migliori per il successo della squadra senza perdersi in chiacchiere. Prima di tutto ti voglio chiedere: tu hai inseguito lo Scudetto da quando avevi 14 anni. E lo hai conquistato a 19. Sono stati cinque anni di sacrifici?
MARTINA PICOTTI: Inseguire lo Scudetto
penso sia il sogno di ogni ragazzina e ragazzino, ma penso sia stato
anche il motore che mi ha permesso di cercare di migliorarmi
allenamento dopo allenamento, di sacrificare molte volte la vita
quotidiana di un'adolescente per dare priorità al basket.
ALISTAIR CASTAGNOLI: Ci sono stati dei
momenti difficili?
MARTINA PICOTTI: In quei 5 anni ci
siamo sempre arrivate vicino, ma quell'anno forse abbiamo preso
consapevolezza che fosse l'ultima occasione. Giocavamo in casa,
davanti ai nostri genitori e amici, non potevamo sbagliare e così è
stato.
ALISTAIR CASTAGNOLI: E' stato doloroso
attendere così tanto?
MARTINA PICOTTI: Non è stato
doloroso. E' stato un percorso di crescita individuale e di gruppo,
avevamo un'identità solida, sapevamo di poterci fidare l'una
dell'altra e non avevamo paura. Questo ci ha permesso di raggiungere
il traguardo.
ALISTAIR CASTAGNOLI: La gioia di
farcela ti ripaga?
MARTINA PICOTTI: Vincere uno scudetto
ti ripaga di tutto il lavoro che fai. E' il riconoscimento più
grande che ti possa arrivare e resterà uno dei ricordi più belli.
Martina Picotti a sinistra, Marta Franco a destra |
ALISTAIR CASTAGNOLI: Oltre che lo
scudetto in quelle finali nazionali tu sei stata votata nel miglior
quintetto e hai vinto il premio come miglior realizzatrice (a pari
merito con Irene Cigliani della SGT, ndr.). C'è differenza tra un
traguardo individuale e uno di squadra?
MARTINA PICOTTI: Penso che la
crescita individuale e quella di squadra vadano di pari passo. Se
lavori per migliorare individualmente automaticamente aumenti la
qualità della squadra. Lo Scudetto credo che probabilmente sia
stato l'apice di un traguardo di squadra, non c'era altro modo per
vincerlo. Sicuramente sia vincere lo scudetto che ricevere dei premi
individuali è stato un grande riconoscimento per me.
ALISTAIR CASTAGNOLI: I ricordi più
belli che hai di quelle finali?
MARTINA PICOTTI: Il gruppo! Eravamo
unite, ci divertivamo fuori dal campo e in campo. In squadra con me
c'erano ragazze che conoscevo da anni, con le quali ero cresciuta e
avevo condiviso tutto.
ALISTAIR CASTAGNOLI: E dopo lo Scudetto
hai avuto un'ottima carriera, giocando in Serie A e conquistando 3
promozioni, l'ultima proprio dalla Serie A2 alla Serie A1.
MARTINA PICOTTI: Sì, ho giocato a
Udine (Serie A2, 1 anno, ndr.), Biella (Serie B, promozione in A2,
ndr.), Crema (Serie B, promozione in A2, ndr.), Crema (serie A2 per 2
anni, ndr.), Milano Sanga (serie A2, 1 anno, ndr.), Crema (Serie A2,
1 anno, ndr.), Milano Sanga (Serie A2, 1 anno, ndr.), Costamasnaga
(Serie A2, 1 anno, promozione in A1, ndr.).
ALISTAIR CASTAGNOLI: Quello scudetto ti
ha cambiato come giocatrice? E come persona?
MARTINA PICOTTI: Lo scudetto in sé
non mi ha cambiata, ma il percorso per raggiungerlo mi ha fatto
crescere. Vincerlo è stata la soddisfazione di anni di duro lavoro
ed è stata la prova che se lavori e ci metti impegno puoi
raggiungere qualsiasi obiettivo.
Credits Foto: in attesa
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Parte 3: le giocatrici, già pubblicato!Credits Foto: in attesa
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