LO SCUDETTO DEL 2009 – MARCO BERTOSSI

L'INTERVISTA ALMASSAGGIATORE E TRAINER DELLO SCUDETTO DI UDINE DEL 2009: MARCO BERTOSSI

di Alistair Castagnoli, basketball coach, dottore in Scienze Motorie

ALISTAIR CASTAGNOLI: Marco, quel sabato tu eri in panchina con la squadra ed hai vissuto la Finale con le ragazze. La sirena suona e noi siamo i Campioni d'Italia. Dentro di te cosa è accaduto?

MARCO BERTOSSI: Esplosione! Ecco la migliore definizione che riesca a trovare. Un’esplosione liberatoria di gioia, di vittoria. Ricordo di aver saltato con le braccia in alto, i pugni stretti, esclamando un “Sì” che sancì la fine di un’attesa vissuta per 40 minuti, l’attesa di un’intera stagione. Una “ Tardellata” vera e propria. Un climax che iniziò a fermentare già nello spogliatoio, nei brevi scambi di parole con le ragazze – concentratissime per altro – , nel taping di qualche caviglia, nei trattamenti di riscaldamento pre-garA. Ricordo un silenzio denso, fatto di intenzioni che si allineavano in un unico flusso. Sai bene di che parlo.

ALISTAIR CASTAGNOLI: sì, lo so! Dopo la gioia dei primi minuti hai iniziato a pensare? A ripensare a qualcosa in particolare che secondo te era stato determinante in quella vittoria e in quella stagione?

MARCO BERTOSSI: Beh, ci penso adesso se vuoi! La coesione del gruppo sicuramente, fatto di donne e uomini eccezionali, dove al posto di “fenomeni” gli avversari trovarono contro il meglio che ognuno di noi potesse esprimere, in campo e fuori. Forse anche qualcosa in più. L’attenzione ai dettagli, ognuno nel suo ambito, a far sì che fosse sempre presente la possibilità di esprimersi al meglio. E come fondamenta solide il cuore, la passione, la voglia di arrivarci. Tutti insieme.

ALISTAIR CASTAGNOLI: Parliamo del tuo lavoro. Tu eri arrivato, portato dal G.M. Mario Graziutti, in società nell'anno? E cosa hai percepito fin da subito?

3/4 dello staff Campione d'Italia 2009. Da sinistra a destra: Marco Bertossi, Gianluca Abignente, Massimo Spinacè

MARCO BERTOSSI: In che anno sono arrivato? Se ricordo bene tra la 1° e la 2° era della Terra di Mezzo…. Scherzi a parte mi sembra siano passate almeno due vite, anche tre. Chiamato dal G.M. Graziutti in un perfetto connubio tra la necessità sua, immagino, di trovare un massaggiatore e la mia di fare pratica e ampliare le mie conoscenze e competenze. Da subito, di fatto, un caos degno di un sistema in pieno fermento. Una sorta di Pangea che alla deriva stava delineando le singolarità di ogni elemento, sia in relazione alle ragazze sia in relazione allo staff. Un brodo primordiale in evoluzione.

ALISTAIR CASTAGNOLI: Io ci tengo a sottolineare quanto il tuo lavoro sia stato importante per i successi della Serie A, dell'Under 19 e di tutto il settore giovanile in quegli anni. Ci riassumi di cosa ti occupavi e di come il tuo lavoro facesse da tramite tra la parte fisico/ atletica e quella tecnico/ tattica.

MARCO BERTOSSI: Di fatto mi occupavo della salute sportiva delle ragazze, provvedendo ad un buon mantenimento della prestanza atletica e al recupero, assieme ad altre figure del settore, degli eventuali infortuni. Sul piano tattico, se mai abbia effettivamente avuto un minimo di seria pertinenza, mi occupavo di sostenere ed aiutare con i mezzi cui disponevo le giocatrici nei loro momenti di impasse o down. Attenzione questa che per altro abbiamo condiviso tutti noi dello staff. Ci abbiamo messo il cuore anche qui.

ALISTAIR CASTAGNOLI: Appena arrivato hai iniziato subito a lavorare con la Serie A, con Massimo e me. Cosa ricordi dei primi mesi, del periodo in cui si è formato il nostro staff?

MARCO BERTOSSI: Che bel periodo! Fatto di prime conoscenze, di confronti aperti e disponibilità, di ricerca e domande. E anche di diverse cazzate e battute e prese in giro che hanno smesso diverse armature, almeno le mie, e permesso il nascere di un legame che ancora sento forte.

ALISTAIR CASTAGNOLI: Fin da subito tutto ha iniziato ad andare per il verso giusto. Con questo non dico che ogni cosa fosse perfetta e tutto ci riuscisse perfetto, anzi abbiamo sbagliato molto per poter avere successo, ma che il feeling tra noi dello staff ci ha messo nelle condizioni di lavorare al meglio e ha messo le ragazze nelle condizioni di lavorare ed essere seguite al meglio. Sei d'accordo?

MARCO BERTOSSI: Richiamando una battuta del “il Cacciatore”: d’accordissimo! Sì, un’alchimia unica nel suo genere. E noi siamo stati abili ed attenti ad alimentarla nel quotidiano. Vedo nel confronto aperto che ci siamo permessi la chiave di un simile straordinario impasto. E poi errori e lezioni imparate in un tandem che abbiamo condiviso fin da subito.

ALISTAIR CASTAGNOLI: Ti cito: “Confronto aperto.” Questo è merce rara ormai. La tua professione ti portava spesso nelle vicinanze dello spogliatoio, quindi per primo sentivi gli umori delle giocatrici. Cosa ricordi di quella stagione?

MARCO BERTOSSI: Ricordo di aver visto crescere e maturare diverse giocatrici, sia sul piano tattico-sportivo sia su quello personale. Prese di consapevolezza dei propri mezzi e possibilità. Che meraviglia! Sì, il mio è stato un posto privilegiato, ed è stato per me un privilegio e un onore , seppur in maniera marginale, fare parte dello spogliatoio.

ALISTAIR CASTAGNOLI: Molte volte tu e io abbiamo lavorato a stretto contatto per recuperare e ri-atletizzare le giocatrici che subivano degli infortuni. Spesso i tempi ci venivano dettati giustamente dalle esigenze della Serie A. Quanto è stato importante trovarci sempre sulla stessa pagina: la salute della ragazza prima di tutto?

Marta Fiascaris e Marco Bertossi durante le Finali Nazionali

MARCO BERTOSSI: Che lotte ragazzi!!! Te le ricordi?! Dal mio, anzi nostro canto, fondamentale! Abbiamo avuto la saggezza che risparmiato oggi l’uovo ci avrebbe garantito la gallina domani. Poi è vero che è capitato di cedere a compromessi dati dalle contingenze del momento. Con fierezza e con il sorriso ricordo me e te baluardi della salute delle ragazze – continuo a chiamarle così, mi piace di più!

ALISTAIR CASTAGNOLI: Massimo ci ha così definiti: "Larry era l'incazzoso del gruppo perché, come sottolineava sempre, sarebbe stato lui il primo a pagare in caso di fallimenti. Io ero quello più vicino a lui, ma ero anche quello opposto a lui. Ero pacato, cercavo di mettere calma. L'agitazione la metteva lui. Io mettevo calma. Marco era quello più sopra le righe, capace di prendere ogni cosa con grande filosofia. E tu eri quello più dentro le righe che a volte faceva le cose anche con troppa prudenza. Tutto questo incastro funzionava perfettamente."
Io mi trovo d'accordo. Tu?

MARCO BERTOSSI: Un quadro perfetto! Se poi ci fosse un'impressionista renderebbe ancora di più la carica di colori e passione che ci hanno contraddistinto come gruppo.

ALISTAIR CASTAGNOLI: Vuoi aggiungere qualcosa? Fare un commento finale?

MARCO BERTOSSI: Sono passate ere, e nonostante il turbinio di eventi che si è susseguito da allora mi basta chiudere gli occhi, fare un respiro profondo e sono di nuovo lì, siamo di nuovo lì, sul parquet, a lavorare, sudare, giocare, piangere, gioire assieme. GRAZIE ANCORA! CI SI VEDE NEL MONDO.

Lo Speciale per il decennale dello Scudetto 2009 continua!
Parte 3: le giocatrici, già pubblicato!

Credits Foto: in attesa
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